Scritture

Buongiorno Taranto!

Buongiorno Taranto!

di Gigi Mangia
Responsabile Biblioteca braille A. Antonacci Lecce

La sensibilità intellettuale, ambientale, di affetto e di rispetto per una città ferita, come Taranto, l’appartenenza e la coscienza di essere meridionale sono il significato del titolo del film: Buongiorno Taranto, di Paolo Pisanelli proiettato a Lecce nella sala dei Salesiani il 24 febbraio scorso.

Buongiorno ad una città vuol dire: dichiarare la propria disponibilità all’ascolto della vita e a non avere resistenza ai modi di vivere il tempo e abitare lo spazio dei cittadini in una città impegnata a non morire di inquinamento. Per Paolo Pisanelli questo non è un approccio difficile, anzi, innovativo, interessante ed equilibrato. Paolo Pisanelli si muove in un terreno semantico dove la lingua italiana e quella dialettale sono unite nel racconto della storia personale legata alla città e tutte le parole non sono bianche, vuote, ma tutte piene e misurate nell’esperienza di una terra vissuta e sentita nell’appartenenza. Il risultato migliore e sorprendente è il rapporto radio film e colonna sonora. La musica è il vocabolario più profondo e più ricco di emozioni perché la musica trasforma e fa vedere le ferite contro il paesaggio di una città di mare recate dal grande stabilimento dell’acciaio. Taranto ha perso la luce bianca ed il passaggio del giorno alla notte con l’avvento della luna rossa ha perso il fascino colpito e cancellato dalle lingue di fuoco dei camini dei forni della grande fabbrica di acciaio. La luce e l’aria non hanno più quel sapore erotico di piacere e di salsedine perché nella bocca ora si sente il sapore amaro e secco delle polveri nere delle ciminiere. Nel racconto delle donne, che negli occhi hanno il mare proibito perché inquinato, la città di Taranto è l’esempio della dittatura dell’inquinamento di quel modello di sviluppo che ha fallito perché non ha saputo promuovere il futuro e ha mancato il rispetto della terra. Lo dicono i bambini interrogati sul destino dello stabilimento Ilva se deve continuare a produrre oppure chiudere. I bambini non hanno dubbi: deve chiudere perché da grandi preferiscono essere pescatori e non malati di tumore.

L’Ilva ha avvelenato l’aria, inquinato la luce con le polveri, offeso la luna, tradito e rapinato i bambini del diritto di avere una città dove vivere e giocare. Con Buongiorno Taranto rimane ancora viva la forza della lotta l’impegno di non cedere alla rassegnazione ma continuare ancora a fare la partita. Il film di Paolo Pisanelli vuole essere anche questo: Buongiorno Taranto è la sveglia per il meridione, è l’invito ad aprire gli occhi per guardare la luna rossa e avere le orecchie attente per sentire il mare. La luna e il mare parlano ancora bene di noi e della nostra terra… allora buongiorno Taranto.

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